Udeležba na sejmih.

Festival pravih vin

Possiamo chiederci cosa poteva accomunare vini della Toscana con quelli del Piemonte o del Veneto? Cosa ci faceva sentire così “ a casa “, cosi uniti, se pur così diversi?
Un’analisi, già nei primi incontri, aveva fatto capire che tutti compivano gli stessi gesti in campagna; che nel vino si prestavano le stesse attenzioni; che con la clientela si applicava la stessa cordialità, tanto da trasformare questi, nel breve tempo, in amici.
Tutti con la stessa sensibilità per il territorio, tutti con il credere che la nostra ricchezza risiedeva in quanto ci è stato lasciato ed in quanto saremo noi capaci di lasciare.
Grande e piacevole sorpresa, credevano d’essere entità talmente fuori, da quella che era la visione generale del mercato, da farci a volte negare la voglia di dire quello che siamo, quello che crediamo e cosa vogliamo da questa breve esistenza. Finalmente ci si poteva quindi sentire “gruppo”, non più entità vetuste legate ad un arcaismo ignorante, quel luogo comune così disgraziato che aveva privato il nostro contado delle menti migliori e delle braccia più capaci. Finalmente orgogliosi di poter dire all’esterno che, se non siamo dalla parte giusta, siamo sicuramente un’isola ove è possibile, lo dimostriamo tutti i giorni,vivere, crescere e migliorare.
Ecco cosa siamo. Non siamo biologici, anche se la nostra regola impone condizioni di vigna e di cantina ancora più severe di quelle delle varie “certificazioni”. Non siamo biodinamici, anche se molti di noi sono vicini alla filosofia di Steiner. Non lo siamo perché sappiamo che purtroppo le regole possono essere cavalcate dalle mode, non lo siamo perché sappiamo che nulla è più facile che imporre regole per poi violarle. Le grandi ricchezze così nascono. Vivere sull’ingenuità degli altri è facile, lo hanno fatto anche con noi quando ci dicevano che certe compromissioni con la chimica dell’industria portava a risultati “veloci” e non ad un impoverimenti della terra e delle nostre menti. Non eravamo più capaci di farci sorprendere dalla Natura, non eravamo più capaci di crescere nel “sapere” perché questo ci veniva offerto, semplificato a loro uso, in un pacchetto preconfezionato con indicate le dosi e le modalità d’uso.
Noi ci siamo ribellati, riteniamo che la “regola” che sottoscriviamo sia un impegno così grande da estrarre da noi la parte migliore, sappiamo che violare questa ci costerebbe l’espulsione dal gruppo e la rivalsa legale di questo nei confronti di chi ha violato il patto, ma soprattutto siamo tornati a vedere l’intelligenza (quella che era sempre stata negata) di chi ci aveva preceduto, siamo tornati alla conoscenza del passato, siamo tornati a guardare la ricerca con gli occhi di chi vuol comprendere e non solo accettare.
Questo è il gruppo Vini Veri.

www.viniveri.net

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